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Un obbiettivo che l'autore si č prefissato con questo studio č stato quello di individuare e porre in evidenza alcuni aspetti educativi e formativi di tre grandi generi della narrativa letteraria e teatrale: la tragedia, il genere fiabesco-favolistico e il romanzo. I filosofi dell'antichitŕ classica, in particolare Aristotele, avevano giŕ ampiamente argomentato circa il carattere etico-normativo della tragedia, cosě come gli studiosi delle tradizioni, del folclore, psicologi ed educatori hanno ripetutamente, e in diverse circostanze, sottolineato il significato e il nutrimento che la favola e la fiaba costituiscono per l'anima del bambino e non solo. Goethe, poi, agli albori della modernitŕ, aveva dato vita a un particolare ambito del romanzo: il cosiddetto romanzo di formazione (Bildungsroman). Pur mancando di originalitŕ l'obbiettivo della ricerca non č del tutto inutile o ripetitivo; sottolineare alcuni aspetti, alcuni tratti comuni e ricorrenti nelle tre forme espressivo letterarie, documentarne, per quanto possibile, la loro attualitŕ, soprattutto riguardo, appunto, i contenuti formativi ed educativi che esse veicolano, non č parsa opera del tutto inutile o trascurabile anche sul piano di un possibile riscontro operativo-applicativo. Il filo conduttore che ha tenuto insieme una trama complessa, composta dagli aspetti formativi, pedagogici, etico-normativi ed estetici, č stato il discorso sul mito (e le sue rappresentazioni sociali).