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All'alba dell'11 settembre gli americani aprono gli occhi su un mondo che dominavano e nel quale si sentivano perfettamente sicuri. Subito dopo, l'apocalisse su New York e Washington. Lucio Caracciolo non indulge nella tentazione di classificare quel giorno come l'ora zero di una nuova epoca. "Non vogliamo indagare le modalitŕ di quella tragedia, la cui meccanica non verrŕ mai concordemente chiarita. Né ci appassionano le diatribe fra complottisti e custodi delle veritŕ ufficiali. Ai fini della nostra analisi, non č importante stabilire quali e quanti individui abbiano pianificato l'attacco all'America, né quali fossero le loro intenzioni. Molto piů ci interessano le conseguenze di quelle intenzioni. Non ci interessa stabilire com'č scoccata la scintilla di quel corto circuito. Cerchiamo semmai di capire perché abbia provocato cosě devastanti incendi, nei quali sono bruciate alcune fra le certezze piů care all'America e all'Occidente ancora inebriato dal trionfo sull'Unione Sovietica. Senza pretendere di allestire scenari futuribili che la cronaca s'incaricherebbe di demolire. Alla fine del nostro breve viaggio, scopriremo che l'11 settembre č stato meno rilevante di quanto all'epoca credessimo e di quanto molti tuttora inclinano a ritenere. Soprattutto, molto meno imprevedibile. Non un'assurda curvatura della storia, un lampo diabolico nel cielo a stelle e strisce. Semmai, una fase nuova nella parabola geopolitica aperta nel biennio 1989-91 dal crollo dell'impero..."